Avvento 2017

La Voce che Grida nel Deserto

Avvento 2017

In questo messaggio di Natale vorrei fermare la vostra attenzione sulla figura del precursore di Gesù, voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore. A Giovanni il Battista è stato affidato un ruolo importante nel disegno della salvezza. Non a caso, nelle litanie dei santi, la chiesa lo colloca all’inizio, subito dopo gli angeli. Egli è il solo santo del calendario di cui si celebra sia la nascita che il martirio. E poi non dimentichiamolo una delle nostre tre parrocchie è affidata al suo prezioso patrocinio. Più di un motivo per stare di fronte alla sua radicalità. Abbiamo bisogno di stare di fronte a persone come il Battista, che hanno il coraggio di vincere la mediocrità che facilmente pervade il nostro cuore.

La missione va attesa e preparata

Giovanni il battista prima di parlare alle folle trascorre un lungo periodo di preparazione. La sua missione matura nel silenzio del deserto che non è isolamento dal mondo ma coincide con la ricerca di Dio. Per parlare agli uomini bisogna vivere questa solitudine, scoprendo esistenzialmente che la risposta ai bisogni più profondi può essere trovata solo in Dio. Dove si comprende sempre più chiaramente che la salvezza deve venire necessariamente da fuori: Colui che ci salva è Altro da noi. Con gli altri sacerdoti e alcuni fedeli della comunità abbiamo organizzato una due giorni e mezzo per riscoprire la Voce di Dio fonte di vita e amore per noi. È un dono speciale per le nostre comunità proprio in questo momento dove il fare e le attività sembrano avere la priorità su tutto il resto.  Ecco il primo messaggio che il Battista ci offre: non perdere questa occasione!

Nel cammino non smettere di diventare umili

Il Battista ha accettato di cedere il primo posto a Cristo, senza amarezze, anzi, con gioia. La sua figura ci insegna che il vero vanto per noi preti, catechisti o volontari in qualsiasi ambito pastorale deriva dall’essere inseriti nel disegno di Dio.  Egli ha lasciato che Cristo fosse il centro. Il cammino che stiamo compiendo verso l’oratorio interparrocchiale e la costituzione dell’unità pastorale chiede ora sempre più franchezza di dialogo e pazienza nell’ascoltare. Poco o tanto facciamo i conti con il nostro orgoglio e la nostra superbia che deve essere sepolta affinché fiorisca l’umiltà. L’esempio dei santi costituisce un antidoto contro le tentazioni del culto della personalità e contro gli atteggiamenti auto-celebrativi. A Natale ci viene chiesto di compiere gesti di altruismo e carità generosa oppure di portare pace e perdono in mezzo alle persone che vivono con noi; mi pare che tutto può fiorire dalla preziosa terra che si chiama umiltà. Non a caso la parola umiltà è imparentata con humus terra e ancor di più con humanitas cioè esseri umani. Il nostro Dio che si è fatto Uomo ci indica la strada: semplicemente diventare sempre più uomini.

Non chiudersi nei problemi e nei sospetti ma domandare

Il Battista, in carcere, ha vissuto un momento di crisi non solo per la mancanza di libertà ma anche a causa di un dubbio che si era instaurato nel suo cuore. Gesù è veramente il messia? i Suoi comportamenti non erano conformi con le sue aspettative. Era così diverso da come se lo immaginava. Forse ha anche pensato di aver sbagliato tutto e che la sua missione fosse finita. In questa tempesta di pensieri e di angoscia egli decide di mandare i suoi discepoli da Gesù. Non rimane chiuso nei problemi e nei sospetti ma ha preso l’iniziativa di domandare. Nei momenti di crisi è importante che ci apriamo e confrontiamo con qualcuno.  Altrimenti il dubbio ci distrugge, togliendoci la gioia, la pace e magari anche il desiderio di compiere il nostro compito nella vita. Questo insegnamento di Giovanni il Battista vale per la nostra vita personale di fede, per la nostra relazione matrimoniale o semplicemente di amicizia o di coppia come anche per il nostro tempo impiegato nel lavoro oppure nella vita associativa che trascorriamo.  Anche nel nostro cammino pastorale si possono incontrare momenti di crisi con dubbi e problemi. Mi riferisco alla paura del nuovo che ci sta davanti con l’avvio dell’oratorio inter parrocchiale e con il cambiamento che in questi anni le nostre comunità stanno affrontando. Un conto è pensarle le cose! Altra cosa è viverle! Occorre vincere il rischio di isolarsi lamentandosi di tutto o di tutti oppure giudicare frettolosamente le situazioni o le persone. L’ho detto fin dall’inizio di questa avventura dell’oratorio: che mi sarei impegnato ad ascoltare tutte le voci non solo quelle più benevole!? Non sempre riesco ad ascoltare tutte le voci (o chiacchiere) senza perdere la serenità. L’ultima volta che mi è capitato lo sconforto ha abitato in me più del solito ma nello stesso giorno tutto è svanito come d’improvviso. Don Stefano mi mostra l’adesione di una nuova mattonella per l’oratorio: è di un giovane “nostro “anche se non è nato in Italia ma vive l’oratorio con la passione di un Rezzatese o Virlese doc! Gli è costata la mattonella perché la pagata con buona parte del suo primo stipendio ma l’ha fatto con una gioia impagabile. La sua gioia accanto alla gioia di tanti altri mi spinge ogni giorno a ricominciare sempre, subito e con gioia.

Buon Natale di cuore!

Don Angelo