Chi abiterá nel nuovo oratorio..?
Intervista a don Stefano

Ciao don Stefano, è vero che tu non andrai ad abitare in oratorio?
Ciao! Si, è vero, ma già si sapeva.. in oratorio è previsto un appartamento, ma fin da subito si è detto che non sarebbe stato quello del curato! Io sono chiamato a seguire la realtà giovanile di tutto il territorio rezzatese; realtà che va ben oltre i confini di questo oratorio, oltre anche alla semplice somma dei confini dei nostri tre oratori. Abitare qui vorrebbe dire per me mettere radici in un oratorio e non negli altri; mi ritroverei poi a gestire cose che possono essere gestite anche da altre persone, e questo mi toglierebbe la libertà e la possibilità di essere in tutti e tre gli oratori delle nostre comunità. È bene che io continui a vivere fuori da ogni oratorio, affinché ciascun oratorio possa avere una vita organizzata e autonoma, non legata alla mia presenza; questo può aiutare anche la crescita di giovani e volontari responsabili. In questo modo poi io posso prendermi cura con più libertà di ogni oratorio, dando a ciascuno il tempo che volta per volta la necessità richiede, e dedicare il mio tempo non solo agli oratori, ma ai giovani in generale. Sai.. non tutti vengono in oratorio, ma non per questo non hanno bisogno di noi!
Chi abiterà allora in quell’appartamento?
Abbiamo deciso che in quell’appartamento abiteranno ogni anno alcuni giovani, principalmente universitari, ma non per forza. Un gruppetto di giovani che sceglie di iniziare una vita un pochino più autonoma e indipendente dalla famiglia, prendendo sul serio il proprio cammino e condividendolo con alcuni compagni di viaggio. La prima scelta dei giovani che verranno ad abitare in oratorio sarà la condivisione di un obiettivo e di uno stile di vita; poi ci sta il servizio molto utile che potranno svolgere in oratorio, anche solo con il loro esserci.
Perché questa scelta?
Diciamo che inizialmente non era questo il nostro pensiero; pensando a chi avesse dovuto abitare quell’appartamento pensavamo principalmente ad una famiglia.. poi di fronte alla realtà e dopo esserci confrontati con alcune persone, abbiamo iniziato a vedere questa possibilità come una soluzione possibile e bella. Visto il parere positivo dei consigli pastorali, l’incoraggiamento di alcune persone, e il desiderio di alcuni giovani di buttarsi di questa esperienza, abbiamo deciso di partire!
È sicuramente una scelta innovativa, con i suoi rischi ma anche carica di bellezza; dice sicuramente di una grande fiducia verso le nuove generazioni..
Sicuramente la scelta è innovativa: nella diocesi di Brescia esistono già tanti oratori che sono rimasti vuoti o incustoditi per la mancanza del curato; occorre iniziare a pensare strade nuove! Per ora non esistono esperienze simili vicino a noi, per questo non sappiamo bene come muoverci e dobbiamo stare attenti a fare le cose bene. Certo non è facile e, come ogni altra scelta, anche questa comporta dei rischi; ma mi pare che sia sicuramente un bel segno di fiducia verso i giovani: l’oratorio vuole essere principalmente il loro; nel nuovo oratorio saranno i giovani delle nostre comunità a prendersene cura!
E tu non starai con loro?
Io li accompagno! Con i giovani che vivranno questa esperienza si è già condiviso tanto, abbiamo maturato insieme la scelta, e sono sicuro che questa esperienza la vivremo insieme, anche se io non abiterò con loro! Saremo continuamente in contatto, non solo per le cose da fare, ma anche e soprattutto per condividere il cammino! Ci sarà poi anche un’altra figura che avrà il compito di aiutarli per l’aspetto più tecnico; figura che seguirà un po’ (insieme ai volontari) tutta la parte organizzativa dell’oratorio, coordinando le varie figure. Per ora abbiamo chiesto a Davide, un giovane delle nostre comunità, di svolgere questo compito. Anche lui è un giovane, come loro, con la passione per l’oratorio; potrà sicuramente fare bene!
Come pensi che possa cambiare l’oratorio in conseguenza ad una scelta del genere?
La vita dell’oratorio non potrà sicuramente rimanere indifferente a questa scelta: chiunque passerà di la, come volontario, o anche solo per trascorrervi un pomeriggio, sarà costretto a fare i conti con una vita diversa! È ancora tutto da vedere, lo potremo dire tra qualche anno, ma io mi immagino già che questi giovani siano i primi a vivere l’oratorio, creando un clima sereno e di accoglienza, invogliando altri a vivere la realtà oratoriana, suscitando in alcuni il desiderio di vivere anche loro l’anno successivo la stessa esperienza di vita e di servizio.