Storia della chiesa di San Carlo Borromeo in Rezzato

Il terreno su cui sorge la nuova chiesa fu donato da donna Livia Bagliacca ved. Lombardi. La sua superficie è di 2.800 metri quadrati, dei quali 600 sono coperti dall'edificio della chiesa. La lunghezza massima dell'edificio è di 30 metri, la larghezza di 23 metri e l'altezza di 13,85 metri. Il volume complessivo raggiunge i 6 mila metri cubi, mentre la capienza dell'edificio è di circa 600 persone.

Il progetto originale fu steso dall'architetto Mario Morini e venne eseguito sotto la direzione del geometra Andrea Facchi. La ditta Fratelli Zorzini si occupò delle opere edilizie, mentre ditte locali donarono i vari tipi di marmo di cui la chiesa è ampiamente dotata.
La forma dell'edificio è a croce stilizzata. Il cemento armato è stato il materiale maggiormente utilizzato per la realizzazione della struttura.
I muri perimetrali dell'edificio sono rivestiti di pietre di corso, uso bolognino, cavate dai nostri monti, le quali offrono allo sguardo prospettive di linee, di zone chiare e di ombre associate all'andamento sinuoso delle pareti esterne; una cupola di impostazione moderna a base quadrata corona il tetto.

L'interno della chiesa, semplice ed essenziale, è formato da una sola navata terminante con un largo presbiterio ed una moderna abside. L'altare è unico, rivolto verso l'assemblea, costituito da una mensa in marmo lucido di Botticino sorretta da un massiccio basamento formato da quattro pesanti lastre di marmo, rosso di Verona, con le superfici esterne lavorate.
Sullo sfondo del vasto presbiterio vi è la sede del celebrante, alle sue spalle sta la parete dell'abside rivestita per tutta la lunghezza da una fascia rettangolare, alta circa tre metri, di lastre di marmo martellinato di Botticino e di aurora. Su questa lunga fascia don Renato Laffranchi, rinomato artista bresciano, ha tracciato un ampio disegno a linee incise nel marmo, le quali sono state passate di recente con un unico colore dorato al fine di renderle meglio visibili.

Spiegava don Laffranchi: «Il tema della composizione è un tema in quegli anni conciliari sentito dalla Chiesa: la Chiesa nelle due immagini che ne ricordano la complessa e necessaria bipolarità. La Chiesa come città salda e compatta, che si edifica sul monte di Dio come una dimora e una patria aperta a tutte le creature, le cui mura circondate dalla Pace non chiudono fuori nessuno, ma definiscono la sicurezza di una città disarmata, posta nel campo di battaglia di tutte le violenza e le vicende del mondo.
Una Chiesa come barca , come nave, per ricordarne il continuo movimento sulle acque della storia, per ricordarne l'instabilità, il navigare nelle bonacce e nelle tempeste, il tendere al porto, con le vele tese della Speranza, sotto la mano di Dio.
Tra le due immagini, l'Agnello: Colui che nell'atto eucaristico della Sua morte per amore realizza ogni giorno l'edificazione di quella aperta città dell'Amore, Colui che con la Sua parola ci spinge al largo, sul mare aperto delle nostre esperienze nel mondo, ci incoraggia e ci invita a non temere le tempeste, ci manda dove le acque sono profonde – e forse minacciose – perché riempiamo le sue reti di pace di uomini, perché le nostre vele siano aperte al suo vento per raggiungere tutte le terre e le città degli uomini».

Proseguendo la descrizione all'interno della chiesa si osserva che il pavimento della navata è stato realizzato in marmo lucido di Botticino, con corsia centrale in granito rosso di Svezia. Di questo marmo pure sono composti i pavimenti del presbiterio e dell'abside.
I lavori di decorazione delle pareti interne svolti nel 2001/2003 hanno dato alle bianche pareti interne una nuova luce.
Sempre all'interno della chiesa trovano spazio un crocifisso ligneo del 1700 donato dalla parrocchia di San Giovanni Battista di Rezzato, una statua raffigurante San Carlo donata dai padri Scalabriniani e una Madonna lignea dorata opera di artisti lombardi del XIX secolo. Sulla parete accanto all'ingresso è posizionato uno strappo della Chiesa primitiva del Santuario di Valverde raffigurante l'apparizione di Gesù a Tommaso, mentre nella sagrestia trovano posto due tele seicentesche raffiguranti San Francesco d'Assisi e Sant'Antonio da Padova.
Nel giardino esterno, infine, sono collocati una statua bronzea della Madonna con Bambino eseguita dallo sculture virlese Ersilio Moretti nel 1970 su commissione di Angelo Pirotelli in memoria della moglie ostetrica Aida Cavagnini, e una croce lignea eretta in occasione del Giubileo del 2000.
Il campanile della chiesa e l'annesso oratorio sono stati realizzati su disegno dell'architetto Giovanni Manica tra il 1987 e il 1989.