La chiesa nuova

Il 26 di agosto dell'anno 1721 moriva il rev. Locatelli Don Giovanni arciprete e primo Vicario Foraneo di Virle. A succedergli fu chiamato il giovane sacerdote Simoni Don Giuseppe di Carvanno, al quale è dovuto il merito di aver promosso la costruzione della nuova chiesa parrocchiale.

Già da qualche tempo se ne sentiva il bisogno per l'aumentato numero della popolazione e, convocati i padri il 17 aprile 1724, vennero eletti deputati dell'opera il Signor Marcantonio Capretti fu Cesare e Benedetto Ventura fu Pietro. Con questi due uomini il Rev. Simoni si presentò dopo tre giorni al Vicario Generale, chiese e ottenne il consenso di promuovere tale costruzione e di alienare dal beneficio n. 14 tavole di terreno occorrenti allo scopo.

Il progetto fu affidato ai disegni dell'architetto Antonio Corbellini già impegnato a Serle per la costruzione della chiesa parrocchiale contemporanea e simile a quella di Virle.

Ciò noi sappiamo non da attestazione archivistica, ma dal giudizio di un componente: il Padre e Prof. Giovanni Cappelletto che scrisse sulla storia di Brescia. Egli scrisse: "... le quattro cappelle laterali alzate fino al tetto e accoppiate dalle vele traverse ... la facciata e a due piani con l'architrave a triglifi ... gli stessi elementi troviamo nella parrocchiale di Virle Treponti (1724-1760) che ripete alla lettera l'interno di Serle che le è contemporanea. A Virle migliora sensibilmente il disegno della facciata: gli sguanci di raccordo sono solo al secondo ordine, raccordato col primo da balaustrine angolari".

La prima pietra venne collocata con solenne cerimonia il 19 novembre dell'anno 1724. Ne è stata scritta memoria nel registro dei morti del parroco stesso. La riportiamo testualmente:

"19 novembre 1724: oggi la prima pietra, coll'aiuto di Dio fu benedetta con solenni cerimonie, e presente innumerevole popolo di questa parrocchia e delle vicine regioni, nelle nuove fondamenta della chiesa fu collocata"

Il patrono dell'opera, con grande ammirazione degli astanti, l'illustrissimo Signor Conte Carlo Lana e nobile Lucio degli Avoltori, compirono l'opera e precipuo decoro alla funzione aggiunse il M. R. Padre Sagromasi, Sacerdote della Società di Gesù, che tenne un eruditissimo ed assennato discorso, nel quale con ammirabili ed efficaci ragioni infiammò gli uditori ad intraprendere questa opera della fabbrica, a proseguirla e condurla a termine ".

Edificata la chiesa, all'ingresso della porta orientale fu collocata questa lapide che ricorda la consacrazione della Chiesa Parrochiale di Virle, avvenuta l’1 giugno 1760.

L'interno è una sola navata e di notevole capacità; vi sono cinque altari bene lavorati a marmi policromi; i primi due vicini all'ingresso hanno una soasa prospettica dipinta del XVIII secolo.

Agli altari in marmo forse vi lavorò qualche artigiano locale perché altrove è apparso il nome.

Le tele degli altari, già rassegnate dal Guerrini, sono ricordate della "Storia di Brescia". La pala dell'altare maggiore rappresenta il martirio di S. Pietro ed è opera molto buona di Angelo Paglia (1681-1763). Il Santo riceve la croce preparata, mentre nell'alto si vedono gli angeli con la palma. Il quadro porta questa inscrizione: "Angelus Palea anno 1742, e il Fenaroli ricorda".

Il Rev. Arciprete Don Giuseppe Landi (1906-1944) fece restaurare questa tela dal pittore Vincenzo La Rocca di Brescia.

Pure firmata al nome di Angelo Paglia (Angelus Palea anno 1743) è la pala dei Santi Antonio e Rocco nell'altare di destra vicino alla porta. Questo ricorderebbe altro quadro precedente fatto eseguire per voto dei Nobili e del popolo nella peste del 1577. Infatti sulla destra è scritto: "Ex voto nobilium e populi Virlarum pro liberatione pestilentiae anni 1577".

L'altare della scuola del Corpus Domini (S. Teresa) ha una deposizione male attribuita ad Andrea Celesti. La soasa marmorea è opera moderna ex voto dei militari di Virle nell'anno di guerra 1942.

L'altare del S. Rosario è decorato da una bella statua della B.V. e fu eretto per devozione dei signori e del popolo, che avevano scelta la B.V. del Rosario come speciale patrona della parrocchia, decretando oltre la solita festa annuale, una speciale e straordinaria solennità dei Santi ogni quinquennio. Tale ricorrenza ogni anno è festeggiata nella comunità virlese con una solenne celebrazione eucaristica, a cui sono invitati i Sacerdoti nativi del nostro paese, allietata dai canti della corale parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo. Sotto la nicchia della B.V. infine sono incise queste parole commemorative: ‘Hic est decor Rosarii. Cura dominorum ac populi opus pietatis in Patrona’, che tradotto significa ‘Qui è l'onore del rosario. Opera di devozione alla Patrona per cura delle Autorità e del popolo’.

Anche l'altare dei cinque Santi scultori è decorato di una bella pala di autore ignoto del secolo XVIII.

Sul presbiterio, nella parte di fronte all’organo, vi è pure un altro grande quadro, rappresentante la Madonna del Rosario con vari Santi; questo quadro era forse la pala dell'altare del S. Rosario prima che vi fosse fatta la nicchia per la statua accennata; è una bella tela di colorito e di disegno pregevole, e come la precedente tavola dei cinque Santi scultori, potrebbe essere opera di qualche pittore bresciano della metà del sec. XVIII.

La chiesa è stata completamente restaurata nel suo interno con notevole impegno artistico e finanziario negli anni 2006-2008; i risultati della operazione meticolosa, scrupolosa e attenta, ha riportato la chiesa al suo primitivo splendore architettonico e artistico. È una splendida ‘Casa di Dio e porta del cielo’.