GRAZIE GRAZIE GRAZIE DI CUORE
Don Sandro saluta Virle

GRAZIE DI CUORE
Don Sandro ha salutato la Comunità di Virle Treponti
FRATELLI E SORELLE CARISSIMI, IL VANGELO di oggi, giorno della Messa celebrata come saluto alla parrocchia di Virle Treponti, ci aiuta ad entrare nella logica della vocazione di speciale consacrazione; presenta le tre chiamate di Gesù che si aprono ognuna con il verbo SEGUIRE in posizione di forte rilievo la risposta: “ Ti seguirò… seguimi, ti seguirò”. Dice a Pietro , Giacomo e Giovanni VENITE DIETRO A ME, e quelli lasciano le reti e il padre e lo seguono; dice a Francesco d’Assisi “Va vendi quello che hai poi vieni e seguimi” e Francesco lascia il padre e si mette a seguire Gesù in povertà. Ognuno di noi ha ricevuto la chiamata alla sequela già col battesimo. Per i sacerdoti la chiamata speciale resta in mistero d’amore: per me un piccolo vangelo ricevuto e letto a 8 anni di età mi ha sempre affascinato. Da ragazzo in collegio dei padri scalabriniani a Rezzato ho studiato, meditato e in fondo ha sempre sognato anche da adolescente e giovane di seguire Gesù in modo particolare. A 25 anni, fine giugno del 1969, sentii lo forte chiamata partecipando alla ordinazione diaconale di un giovane del mio paese; vi ero andato casualmente senza prevedere ciò che sarebbe accaduto. Durante il canto delle litanie mi ritrovai in ginocchio provando un fremito interiore che mi ha sconvolto corpo ed anima e sentii nel mio cuore l’invito “Vieni e seguimi”. Non ho potuto trattenere le copiose lacrime di gioia e tornai a casa col proposito di seguire Gesù. Nessuno si era accorto, nessuno ha notato il mio atteggiamente e il mio turbamento: tutto esternamente sembrava come prima; invece tutto era diverso in me e nel mio futuro. Era giunta la mia ora, l’ora della risposta alla chiamata. Non fu per nulla facile l’accogliere l’invito di Gesù in quel tempo storico e nel clima poco religioso della mia parrocchia di origine. Ricordo il mio parroco don Francesco Marini, santo prete, che mi è sempre stato vicino con rispetto e affetto, e naturalmente devo moltissimo alla mia famiglia. Nel percorso degli otto anni di Seminario e di 42 di sacerdozio, non mi sono mai pentito di avere accolto il dono, Per i miei limiti umani, ho sempre confidato nella bontà e nell’amore del Signore, che mi è mai mancato. Il 16 ottobre seguente 50 anni fa entrai in seminario per la preparazione alla ordinazione sacerdotale avvenuta l’11 giugno 1977. Durante il seminario per un anno ero venuto il sabato e la domenica come chierico a Virle, quano vi erano don Giuseppe Cominotti e don Valerio Scolari. Ho un buon ricordo di quella esperienza. Poi dopo molto tempo l’obbedienza e l’amore alla Chiesa mi hanno portato a Virle come parroco il 30 gennaio 2005 fino a questi giorni, per ben 14 anni. Ora è tempo di migrare, il tempo del saluto, il tempo di ripetere il mio grazie al Signore e a tutta la comunità; a 75 anni di età la Madre Chiesa mi ha chiesto di rinuciare alla parrocchia in cammino verso l’unità pastorale con le due parrocchie di Rezzato, per assumere altri servizi in diocesi. L’obbedienza al Vescovo Pirantonio e l’amore per la Chiesa mi hanno portato ad essere disponibile alla volontà di Dio. Certamente non è facile per me lasciare la parrocchia di Virle Treponti, lasciare l’Oratorio di S. Luigi Gonzaga, lasciare tutti voi che siete entrati nella mia vita e nel mio cuore. L’amore porta a volte anche alla sofferenza e pure il prete piange di nascosto; stanto sotto la croce di Gesù alza in alto il suo sguardo e contempla il volto di Gesù, che ricorda di averti scelto da giovane per gustare la bellezza di Dio e per partecipare durante la vita sacerdotale anche alla sua croce per la salvezza del gregge, che ti è stato affidato dalla Provvidenza. Gesù buon Pastore è la consolazione e la gioia del prete. Sul bollettino parrocchiale ho espresso i miei sentimenti con affetto e riconoscenza verso tutti e anche oggi rinnovo il mio grazie, grazie, grazie di cuore. Il passato, il presente e il futuro sono nelle mani di Dio; pertanto guardiamo con fede e con speranza questi avvenimenti. Anche se resto ancora pochi giorni con voi fisicamente per la visita agli ammalati e anziani nelle case, vi posso assicurare ogni giorno il mio ricordo e il mio affetto e la mia riconoscenza all’altare del Signore con la celebrazione della S. Messa: le poche goccie di acqua che aggiungerò al vino nel sacro calice, saranno segno della vostra presenza e diventeranno il Sangue di Cristo Crocifisso e Risorto per tutti noi, per noi viventi e per i nostri cari defunti. In Lui, Gesù saremo ancora come sempre una cosa sola, saremo fortemente uniti, siamo già e saremo ancor più in comunione, un cuor solo e un’anima sola. Il Vangelo ci illumina sulla nostra chiamata essenziale, che è vivere alla sequela di Gesù, siamo chiamati a stare con lui, a condividere tutto di lui, le prove e le difficoltà, ma anche l’amore e la compiacenza di Dio Padre. Siamo chiamati a “essere in Cristo Gesù” , cioè ad esistere e vivere per lui e in lui. Questa chiamata alla sequela è specifica come chiamata ad entrare nella Chiesa, per amarla, per servirla, perché sia affascinante, splendete e attraente; è anche oggi la sposa del Signore. La chiamata al sacerdozio da parte di Gesù non è una chiamata come le altre, è specifica, è personale, è e rimane sempre un mistero d’amore perchè esce dal cuore stesso di Gesù: Gesù incontrò il giovane, lo fissò, lo amò e gli disse: Vieni e seguimi. Ancor oggi avviene questo incontro che ha sapore di miracolo, segno grandioso e sublime di un amore sconfinato da parte di Dio. Chi si lascia fissare negli occhi, chi è disposto a lasciarsi amare, riceve l’invito che rende felici per tutta la vita e per l’eternità. La proposta di Gesù è la chiamata alla salvezza, a realizare il senso stesso dell’esistenza, ad accogliere con fiducia questa proposta significa fissare l’appuntamento con la felicità, ovunque tu sia.
Dio vi benedica oggi, domani, sempre. Grazie.
Don Sandro Gorni. VIRLE TREPONTI, 30 GIUGNO 2019